La ferita più profonda e più antica che hai, quella che ha caratterizzato e condizionato questa tua vita, è una porta sulla tua essenza.
Quando il tuo ego soffre perché qualcosa o qualcuno ha fatto vibrare quella ferita, non scappare, stai. (Quando uso la parola ego parlo della tua personalità, della struttura creata nel tempo, basata sul condizionamento ed esperienze passate e sulla quale hai anche investito molto).
Nell’accusare l’altro, nel difendere il tuo ego perdi l’occasione di aprirti alla comprensione che quella ferita è solo un’illusione.
Ti hanno detto che non eri capace di fare qualcosa per tenerti lì con loro, o che non eri abbastanza bella per tenerti in loro potere. Ti hanno rifiutato perché non avevano abbastanza spazio per accogliere la tua meraviglia e tu hai creduto di non essere abbastanza. Quella era la loro realtà, ma tu hai creduto fosse la tua perché li amavi, li ami, li stimi più di quanto stimi te stesso.. magari era tuo padre o tua madre, o quell’uomo che amavi tanto e al quale hai dato dei figli, o il tuo insegnante così preparato...
Ti sei auto-ipnotizzato in tutti questi anni, continuando a confermare quelle bugie alle quali ormai sei assuefatto: il tuo condizionamento ha modificato la realtà continuamente, mentre tu apprendevi così bene l’arte del difenderti.
A cosa è servito? Le cose sono andate come volevi tu in quel difenderti? O gli schemi hanno continuato a ripetersi precisi, anno dopo anno?
È arrivato il momento di stare.
Di essere vulnerabilità.
Aperto a ciò che è.
Aperto al dolore del tuo ego che si sgretola.
Quando la tua ferita vibra, quella vibrazione è come un terremoto che fa crollare maschere e illusioni. Se ti arrendi a quella vibrazione e al dolore che senti, ti ritrovi oltre qualsiasi illusione, nel silenzio della tua espansione. Ti ritrovi a guardare attraverso un varco, oltre il quale scorgi la tua bellezza, i tuoi talenti, la tua luce reale.
Quelle crepe in chi hai creduto di essere, liberano la tua vera essenza che è fatta di rilassamento, abbandono, resa alla vita che ti sostiene e risuona il tuo stesso canto di non separazione, di vita all’unisono con l’intero creato e oltre.
Libertà di essere, oltre le illusioni, oltre le abitudini, oltre te stesso e il tuo dolore.
Smetti di schiacciarti giù e risplendi ora!
Sii felice adesso.
Sei una meraviglia, gioia pura per te e per la vita stessa di cui anch’io sono parte.
La ricettività è la chiave.
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